Intreccio tra la potenza virtuale dell’oligarchia digitale e potere reale degli Stati e degli organismi sovrannazionali, da una parte, e tra cyberattacchi e sicurezza nel rapporto tra istituzioni pubbliche e soggetti privati dall’altra.
La sicurezza, in particolare, sta diventando un mercato e una priorità militare, senza però che nessun governo la assuma come propria responsabilità nei confronti della comunità dei cittadini.
Simoncini afferma che ICT, neuroscienze e genomica
“utilizzano un nuovo tipo di potenza, che ha sostituito tanto l’idea di potere o sovranità privata (tipica dell’epoca moderna), quanto l’idea di potere o sovranità politica (propria dell’epoca contemporanea). Oggi assistiamo all’affermarsi di una nuova “fenomenologia della sovranità”, intesa come potenza tecnica o tecno-economica, che si esprime nella proprietà e nell’utilizzo di macchine governate da algoritmi, in grado di svolgere operazioni di computazione ad una velocità che continua a crescere in maniera esponenziale (cd. Legge di Moore) eccedendo ormai qualsiasi capacità umana”.
[…] Tra le sue proprietà automazione, estensibilità, (auto)aggiornabilità. È tipicamente luogo di sovranità sovrapposte a prevalenza algocratica. Può comprendere prosumer e soggetti categoriali, non necessariamente […]
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[…] delle blockchain. Le policies sull’eventuale censura dei contenuti, inoltre, stanno sottraendo alle istituzioni anche spazi relativi all’assegnazione e al riconoscimento di […]
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