Organizzazione del lavoro on demand, sempre più diffusa, che sfrutta un “esercito di forza lavoro” mediante il governo di bacini di lavoro vivo, costretto dai rapporti contrattuali a essere freelance e quindi parcellizzato e precarizzato.
L’economia dei lavoretti (traduzione che non rende completamente il senso del fenomeno) ha come strumento organizzativo di fondo la rete e le App, che hanno un ruolo di intermediazione e di supervisione delle prestazioni.
Vi coesistono lavoro qualificato e iperqualificato, precariato e alta professionalità, lavoro migrante e lavoro indigeno.
L’ideologia di fondo è il concetto del lavoro imprenditivo, in cui ogngi individuo proprietario mette a frutto il proprio capitale umano e sociale.
A questa retorica del lavoratore “free” , flessibile, corrispondono però prestazioni lavorative soggette a protocolli molto rigidi nei rapporti sia con l’azienda, sia con la clientela: al centro dell’organizzazione del lavoro è l’algoritmo che gestisce la piattaforma, che decide i tempi e i modi della prestazione e la remunerazione corrispondente.
[…] di forza lavoro della gig economy, caratterizzata dalla precarietà e dalla necessità di assommare salario prestazionale in grado di […]
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[…] utilizzano le piattaforme di intermediazione senza alcuna consapevolezza e alcuna attenzione allo sfruttamento del lavoro addomesticato, ai dati forniti, alle implicazione dei motori di raccomandazazione al […]
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