La prospettiva del trattamento delle informazioni si è esteso da classificazione, indicizzazione e trattamento facilitato alla assunzione di facoltà cognitive, secondo la prospettiva della costruzione di un ordine razionale delle cose fondato su massima reattività, massimo rendimento, massimo guadagno. La tecno-scienza con aspirazioni e delega di guida cibernetica è quindi pienamente coerente con il modello
“dell’economia ultra-liberale, fondato sull’identificazione in tempo reale di qualsiasi occasione virtualmente vantaggiosa che deve senza indugio e senza fine a generare cicli crescenti di rotazione del capitale”.
Questo modello prevede l’assegnazione ai dispositivi rivelatori di verità del potere di siderazione: i dispositivi – per esempio un oggetto indossato – hanno il potere di valutare la pertinenza di un gesto in ragione di un obiettivo – per esempio la massimizzazione del profitto di una logistica sempre più produttiva e reattiva- e, nel caso di inadeguatezza, di eventualmente riorientarlo, bloccando il gesto stesso e riportandolo sulla strada giusta.
In questa prospettiva perde di significato e di senso il modello negoziale dell’uso delle tecnologie, sostituito da quello della formattazione della soggettività.
Sempre Sadin mette in evidenza anche la variazione di paradigma dalla statistica alla data science:
[…] piattaforme connettive, insomma, plasmano in modo monopolistico azioni, identità, interazioni e pratiche sociali, mediante un sistema centralizzato di […]
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[…] il tecno-liberismo, l’atto produttivo misurato dai sistemi è ottimale, perché l’efficacia delle macchine a […]
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