Simoncini mette in evidenza che l’intelligenza artificiale costituisce un passaggio della tecnologia da “strumento” a “soggetto” e che questo implica due mutazioni, entrambe modificanti la condizione e la concezione della libertà:
“In primo luogo, vi è una mutazione diretta.
Agenti umani (individuali o collettivi) in misura sempre maggiore chiedono esplicitamente a sistemi tecnologici automatizzati di prendere decisioni o di esprimere valutazioni per loro conto (…).Vi è poi, una mutazione indiretta; meno percepibile, ma ben più rilevante dell’altra. Mi riferisco al fatto che oggi le conoscenze sulla base delle quali gli agenti umani prendono le loro decisioni sono fornite in misura sempre maggiore da sistemi tecnologici (più o meno) automatizzati”.