Alcune considerazioni sono interessanti, per esempio il fatto che nella maggioranza dei casi l’attuazione della cosiddetta DAD è stata decisa in modo unilaterale da dirigenti e collaboratori, in particolare nelle scuole secondarie, che appaiono maggiormente gerarchizzate degli ordini precedenti. O l’aumento del carico di lavoro.
L’inchiesta presentata lo scorso 13 ottobre da FLC-CGIL in collaborazione con la Fondazione Di Vittorio ha però un difetto di fondo: l’appiattimento sulla visione mainstream del di nuovo cosiddetto “digitale” e il conseguente restare alla superficie di alcune questioni fondamentali.
Infatti utilizza candidamente i concetti di “formazione” e “piattaforma” come se fossero neutri, se non addirittura assoluti. oltre all’irrinunciabile must de “la didattica a distanza”.
Del resto, questa incapacità di approccio autenticamente critico aveva contraddistinto anche i primi interventi sulla didattica di emergenza.