Come precisano Aloisi e De Stefano:
[Amazon definisce così le] attività routinarie (…), che nessun algoritmo è in grado di concludere:
– taggare foto,
– riportare dati,
– sbobinare audio,
– riscrivere fatture,
– completare dei sondaggi,
– tradurre brevi testi,
– rintracciare errori,
– editare articoli,
– correggere bozze,
– ricercare indirizzi,
– partecipare a ricerche di mercato, –
– riconoscere la violenza.
(…) [In questi casi] si ricorre all’impiego di umani, parcellizzando le commesse in decine di compiti infinitesimali.