Barassi ci invita a riflettere sul fatto che
le Big Tech [stanno] investendo in nuove tecnologie per profilare gli utenti sulla base dei dati sulla loro salute raccolti dalle case in cui vivono [oltre che dalle loro ricerche]. (…) nel 2019 ad Amazon è stato rilasciato un brevetto per “la determinazione delle caratteristiche fisiche ed emotive degli utenti sulla base della profilazione della loro voce” (..) [che] permette all’azienda di dedurre dai cambiamenti vocali (…) se l’utente è malato o ha un problema emotivo, e di utilizzare questa profilazione per la pubblicità mirata. (…=) negli ultimi anni sia Google che Apple hanno cominciato a investire nella creazione di sensori che possono essere utilizzati nelle case per monitorare i sintomi riconducibili a uno stato depressivo o la variabilità della frequenza cardiaca degli inquilini (…). Google ha addirittura brevettato un sensore per la tavoletta del water in grado di misurare il battito e la pressione sanguigna di chi vi è seduto (…), mentre nel 2018 la società di tecnologie domotiche Nest, di proprietà di Google, ha acquistato l’app Senosis per le diagnosi di diverse malattie (…). Insomma, le Big Tech stanno raccogliendo i dati sulla nostra salute direttamente dalle nostre case, e usano questi dati per profilarci.