Messenger kids & C.

Non è disponibile in Italia. La soluzione adottata dalla corporation di Facebook per raccogliere dati relativi ai bambini, eludendo di fatto l’interdizione a una profilazione diretta prima dei 13 anni, è trasferire la responsabilità su un’iscrizione da parte dei genitori, che danno il loro consenso al fatto che l’applicazione raccoglie e condivide con terzi:

1. “Le informazioni che i genitori o i tutori forniscono quando creano un account Messenger Kids per un bambino, come il suo nome completo e qualsiasi dettaglio di accesso all’account (come il nome utente o la password), e ulteriori informazioni che il genitore o il tutore forniscono su di loro, come il loro sesso o la data di nascita”;

2. “il contenuto e le informazioni che tuo figlio invia e riceve su Messenger Kids; il contenuto dei messaggi (inclusi testo, audio e video); gli adesivi, le gif, le foto o i video che invia; gli effetti della fotocamera che utilizza; e il punteggio a una partita di un gioco fatta con un amico”;

3. “informazioni su come tuo figlio utilizza Messenger Kids, ad esempio con chi comunica, quali funzioni utilizza e per quanto tempo, e in che modo si impegna con le diverse funzioni dell’app”;

4. “Raccogliamo informazioni sulle persone con cui tuo figlio si connette su Messenger Kids e su come interagisce con loro, per esempio le persone con cui comunica di più”;

5. “Raccogliamo informazioni da o sul telefono o altro dispositivo in cui è installata l’app Messenger Kids. Questo include, per esempio, informazioni sul sistema operativo, la versione dell’hardware, le impostazioni del dispositivo, gli identificatori del dispositivo e le informazioni di connessione come il nome dell’operatore mobile o ISP, la lingua, il fuso orario e l’indirizzo IP”.

La strategia di coinvolgere bambini con applicazione derivate da quelle originali ha prodotto per altro il progetto Instagram for Kids, mentre il ricorso al parental control è alla base di Google Family Link e, soprattutto, dell’accesso alle piattaforme profilanti utilizzate nei periodi di distanziamento delle pratiche didattiche. Come sottolinea anche , accostandosi a questi dispositivi ci si imbatte spesso – e non casualmente – in formulazioni ambigue, come “i dati vengono utilizzati per migliorare e personalizzare i nostri servizi, o renderli più sicuri”-

https://about.instagram.com/it-it/blog/announcements/pausing-instagram-kids

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