Kate Crawford individua nel discorso pubblico sull’IA due mitologie.
Secondo la prima i sistemi non umani sono analoghi alle menti umane: con una formazione sufficiente, o risorse sufficienti, l’intelligenza umana può essere creata da zero, senza affrontare i modi fondamentali in cui gli esseri umani sono incarnati, messi in relazione e inseriti in ecologie più ampie.
Per la seconda l’intelligenza esiste indipendentemente, naturale e distinta dalle forze sociali, culturali, storiche e politiche.
Il tutto si fonda sull’assioma – concepito a partire dalla metà del XX secolo – secondo cui l’intelligenza umana può essere formalizzata e riprodotta dalle macchine.