Come ci ricorda Rachele Borghi, è un tentativo
di superare i binomi che separano i contesti (scientifico/militante), i saperi (cultura alta/cultura bassa, sapere scientifico/sapere militante), gli spazi (aula universitaria/centro sociale/scena teatrale/spazio artistico), le espressioni (conferenza/performance), creando spazi interstiziali di sovversione/trasgressione delle norme.