Tecnologia di apprendimento adattivo in via di implementazione su Google classroom.
Ogni nuovo bit acquisito duplica l’utilità di quelli già disponibili perché duplica la probabilità di selezionare messaggi efficaci a orientare il comportamento del ricevente, dimezzandone al contempo il costo. Si tratta dunque di un potere a crescita esponenziale, enormemente maggiore di quello conferito dal denaro, che cresce in modo lineare con ogni centesimo. Dunque, al di là dello straordinario ritorno economico, Google ha ottenuto un potere di condizionamento molto più subdolo ed efficace su un intera generazione, un condizionamento culturale e politico.
Per stabilizzare questo afflusso di dati, Google ha anche sviluppato Practice Set, un plug-in per Classroom che promette, attraverso una nuova tecnologia di apprendimento adattivo, di “dare agli insegnanti il tempo e gli strumenti per meglio supportare i propri studenti” permettendogli di “sapere cosa stiano pensando” e fornendo a ciascuno studente “un tutor virtuale 24 ore su 24”.
In sostanza i contenuti e i dati personali raccolti da Google durante la Dad in Italia e all’estero sono stati utilizzati per programmare statisticamente “intelligenze artificiali” che suggeriranno automaticamente “materiali didattici personalizzati” a ciascuno studente secondo un nuovo “modello educativo” che viene venduto come “Autopedagogia”. Si chiude così il cerchio tracciato dal Ministero dell’Istruzione. (G. Tesio, A scuola da Google – gliasinirivista.org)
