Descrivere le tecnologie digitali come prodotti sociali e svelarne le ambiguità in modo emancipato e con scopo emancipante è dovere politico-culturale di una critica radicale della "platform society", capace di decostruire mediante cortocircuiti concettuali l'inganno tecno-liberista della "società della conoscenza sorvegliata".
anteporre la prosperità del genere umano a qualsiasi altra preoccupazione;
fare in modo che gli androritmi, ovvero tutti quegli elementi tipicamente umani come l’immaginazione, il rischio, gli errori e le inefficienze, mantengano la loro importanza, per quanto possano essere indesiderati o incompatibili con la tecnologia;
combattere la diffusione del pensiero automatico, non modificando per esempio le nostre credenze e le nostre esigenze come esseri umani solo per semplificare la vita alle tecnologie che ci circondano;
non lasciarsi tentare dal privilegiare la magia tecnologica, ovvero le simulazioni del reale, rispetto alla realtà stessa, e non diventare dipendenti dalla tecnologia;
non preferire le relazioni con schermi e macchine a quelle che possiamo intrattenere con gli altri esseri umani. (G. Leonhard – “Tecnologia vs umanità. Lo scontro prossimo venturo” – Egea)