Digitalis scepticismus istituendus est

Origgi apre la propria riflessione sulle “visioni” della scienza con questa affermazione:

Tutto questo armamentario teorico-sperimentale-procedurale [appena descritto] garantisce l’oggettività e l’universalità dei risultati della ricerca, prodotta attraverso un sistema di scetticismo organizzato, ossia sotto il controllo dei pari che verificano la qualità dei risultati prima di presentarli al di fuori della comunità attraverso il canale di comunicazione speciale delle riviste accademiche, i cosiddetti Journals, che si distinguono dagli altri media per essere pubblicazioni non retribuite, verificate dai pari, e distribuite attraverso un accesso privilegiato soltanto ai membri della comunità. (G. Origgi, “Caccia alla verità. Persuasione e propaganda ai tempi del virus e della guerra”, Egea)

Nel campo dei dispositivi digitali, anche soltanto la cosiddetta “didattica a distanza” è stata oggetto di trattazioni “scientifiche” ben lontane da questo approccio: libri e libretti grand public, solido copyright, immediata e opportunistica diffusione sul mercato, propaganda mediatica, webinar di presentazione esaltata ed esaltante, inter-citazione e intra-citazione complici e compiaciute, impiego dei canali accademici come strumenti di potere editoriale e di validazione epistemologica. Con simmetrica e polarizzata contrapposizione da parte dei contrari, che hanno utilizzato le medesime modalità, ricorrendo di tanto in tanto alle “stronzate”, così come le definisce Harry G. Frankfurt.

In questo settore, lo “scetticismo” di garanzia è ancora tutto da concepire e praticare, insomma!