Descrivere le tecnologie digitali come prodotti sociali e svelarne le ambiguità in modo emancipato e con scopo emancipante è dovere politico-culturale di una critica radicale della "platform society", capace di decostruire mediante cortocircuiti concettuali l'inganno tecno-liberista della "società della conoscenza sorvegliata".
in Italia (…( Facebook è stata multata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato con una sanzione di 10 milioni di euro per non aver informato «adeguatamente» e «immediatamente» gli utenti che i loro dati erano raccolti anche per finalità commerciali (nel 2021 è arrivata una seconda multa da 7 milioni di euro); analoga sanzione è stata comminata a Apple e Google nel novembre 2021. In Germania, nel 2019, l’Autorità antitrust ha contestato alla stessa società un abuso della sua posizione dominante, sempre con riguardo alle modalità di acquisizione dei dati. Anche per questo, nel marzo 2019, Facebook ha pubblicato il documento A Privacy-Focused Vision for Social Networking, finalizzato a colmare, almeno nelle intenzioni, molte delle lacune emerse in questi e altri procedimenti. Infine, sono note le azioni in materia di Antitrust portate avanti dagli Stati Uniti e dalla Commissione europea nei confronti di Google e degli altri G-tech, in particolare per quanto riguarda le ipotesi di abuso di posizione dominante. (L. Casini, “Lo Stato (im)mortale. I pubblici poteri tra globalizzazione ed era digitale”)