“Social” è barbarie

Minuto Rizzo e Sommella riferiscono che:

Zuckerberg (…) afferma che sono presenti effetti di rete qualora ci si riferisca a prodotti con un forte connotato sociale e che esiste un numero finito di meccanismi sociali da inventare. Quando un’impresa è ben posizionata con riguardo ad uno specifico meccanismo sociale, è difficile per i concorrenti fare meglio senza dover inventare qualcosa di innovativo. Essere il primo a monetizzare con successo un determinato meccanismo sociale è quindi essenziale. Ma anche qualora i concorrenti riuscissero a introdurre qualche novità di successo, l’operatore dominante potrebbe, comunque, sempre tentare di copiarli, incorporando la novità su una scala ben maggiore del nuovo entrante. Ciò, ad esempio, sarebbe avvenuto quando Instagram ha incorporato la funzionalità delle c.d. “stories” introdotta per la prima volta dal rivale Snapchat. Oltre agli effetti di rete, assumono rilievo i costi di cambiamento dei fornitori. Gli utilizzatori di Facebook spendono molto tempo nel costruire la propria rete, un investimento quantificabile anche in termini di caricamento e cura delle foto e di costruzione/mantenimento della propria rete. Per cambiare piattaforma, gli utilizzatori di Facebook dovrebbero ricostruire tali relazioni sociali da qualche altra parte. Per tale motivo, a causa di tali investimenti nella propria rete sociale posti in essere dagli utenti, è difficile che un’altra piattaforma con funzionalità simili possa avere successo. Si pensi, a tal riguardo, all’esperimento fallito di Google con il servizio G+. Infine, Facebook può contare su un accesso rilevante ai dati degli utenti, che sono molto utili per una pubblicità personalizzata. Ciò avviene sia attraverso le informazioni che Facebook acquisisce direttamente sulla propria piattaforma sia quelle che ricava dall’utilizzo da parte dei propri utenti della funzionalità c.d. Facebook Login sui siti dei terzi. Per Facebook sviluppare la propria capacità di acquisire e analizzare dati è essenziale, ad esempio, in termini di monitoraggio dei comportamenti degli utenti e delle tendenze di mercato al fine di migliorare la propria capacità di personalizzazione pubblicitaria di lungo periodo. (Minuto Rizzo A. – Sommella R., “Ingovernabili. Grandi piattaforme, nuovi monopoli”, Luiss)