Alcuni ricercatori hanno individuato 53 diverse definizioni di intelligenza, come testimoniato dai documenti seguenti:
Per questa ragione, la ricerca e la sperimentazione in campo digitale si è orientata:
verso la produzione di intelligenze artificiali riproduttive: queste Ai non devono pensare come un umano, ma le loro azioni devono produrre un esito (output) soddisfacente, ovvero devono raggiungere lo stesso risultato che avrebbe raggiunto un essere umano razionale. (…) queste Ai propriamente non pensano. Al contrario, esse agiscono senza pensare, perché non fanno altro che raggiungere meccanicamente l’output desiderato sulla base dei dati che possiedono. In una battuta, l’intelligenza artificiale è in grado soltanto di «agere sine intelligere»: essa ripete meccanicamente un programma, e giunge a risultati migliori sulla base della quantità dei dati che possiede, ma non è intelligente, il suo procedere è essenzialmente meccanico e assolutamente incapace di esaurire le diverse sfaccettature del pensare umano. Conosce solo la lingua del suo algoritmo. E pensa (sic) che sia universale. (G. De Ruvo, “Perché l’AI è Caos”, Limes 12/2022)