Mantellini è davvero categorico:
La tecnologia, che sostiene la nuova versione delle nostre vite come un esoscheletro invisibile, ha oggi alcune caratteristiche fondanti che la rendono anticiclica. Utilizzo questo aggettivo (…) in maniera probabilmente inesatta: (…) non ne ho trovato di altrettanto evocativi. Le tecnologie sono oggi anticicliche perché si disinteressano di un ciclo che è ben evidente a tutti, vale a dire quello del rapido spostamento in avanti dell’età media, e declinano le loro caratteristiche di design e funzione per un pubblico di riferimento che va continuamente riducendosi. Nonostante l’aprirsi continuo di nuovi mercati il loro bacino di riferimento in Occidente è oggi quello degli adulti che stanno diventando vecchi. Mettere al polso di costoro una specie di orologio che li avviserà quando il cuore sta battendo troppo in fretta non sarà esattamente un’idea di tecnologia ciclica se il monitor touch sul quale eseguire raffinate manovre sarà grande solo alcuni centimetri. Simili oggetti innovativi, stracolmi di tecnologia connessa che domanda grandi abilità, sono acquistati da una classe sociale difficile da definire, ma in ogni caso di età sempre piú avanzata. (…) Il design degli oggetti è figlio del pensiero che noi abbiamo di essi e fino ad oggi gli oggetti tecnologici hanno continuato ad essere immaginati come estensioni sfavillanti dell’età giovanile, indipendentemente da chi poi deciderà di acquistarli. Una simile scelta [macroscopica nelle App di tipo bancario o finanziario – NdR] vibra all’unisono con un’altra idea che fino ad oggi abbiamo stimato come necessaria ed inevitabile e cioè che la tecnologia debba essere un atto rivoluzionario, un cambio di orizzonte il cui destinatario naturale sia, per forza di cose, il ribelle o, piú in generale, il giovane, colui il quale renderà la terra un luogo differente e migliore, sbaragliando gli schemi precedenti. (…) Le tecnologie anticicliche ci interessano perché rappresentano uno dei crucci dell’ultimo anziano e fra questi forse anche quello maggiormente inedito. A cavallo del nuovo secolo la tecnologia, soprattutto la rete internet, ha inciso sulle nostre abitudini di vita come mai era avvenuto in passato. (…) è indubbia la profondità con la quale il digitale ha rivoluzionato gran parte dei processi e una simile profondità sarà allora anche la principale differenza fra la nuova vecchiaia e la vecchiaia precedente. La vita dell’anziano diventa cosí una sorta di percorso ad ostacoli nel quale la tecnologia è il principale oppositore per la velocità con cui essa ha colonizzato ogni abitudine (…) (M. Mantellini, “Invecchiare al tempo della rete”, Einaudi)