Il tempo si è complessificato in una multipartizione intrecciata intorno all’asse del “tempo di connessione”. Sempre più ore del nostro tempo di veglia vengono infatti discontinuamente trascorse – per ragioni di lavoro, di consumo, di interazione connettiva generica, di gioco, di studio, di informazione e così via – su Internet o su altre reti. In un numero crescente di casi il “tempo di connessione” supera ormai la metà del tempo di veglia e pertanto raccoglie un insieme di attività decisamente maggiore rispetto a quelle che vengono svolte in stati di “non connessione” (…) [Assistiamo] a un’espansione invisibile del tempo online negli spazi di lavoro, di consumo e perfino di riposo notturno (…) [e a]un progressivo spostamento del baricentro delle aggregazioni umane dallo spazio-tempo relazionale allo spazio- tempo di connessione. (R. Curcio [a cura di], “Dietro il mito dell’informatica. Socioanalisi narrativa del lavoro nelle aziende di tecnologia dell’informazione e della comunicazione”, Sensibili alle foglie)