Standard strumentali come veicolo di egemonia

L’uso sistematico e simultaneo, ma a fini privati, di strumenti analoghi a quelli impiegati nel lavoro – smartphone tablet, computer, appliczioni- (…) ridimensiona la storica dicotomia casa-lavoro e ne sbiadisce i confini fisici e temporali. La qual cosa. di certo nelle dimensioni sensibili dell’immaginario, contribuisce a rafforzare la percezione alterata di un mutamento epocale della natura stessa del lavoro. Il potenziamento propagandistico di questo effetto percettivo con la diffusione a tutto campo del meme “rivoluzione tecnologica” contribuisce (…) ad orientare (…) e a collocare questo flusso premeditato in una più ampia e sistematica deriva culturale transumanista. (R. Curcio [a cura di], “Dietro il mito dell’informatica. Socioanalisi narrativa del lavoro nelle aziende di tecnologia dell’informazione e della comunicazione”, Sensibili alle foglie)