Lev Manovich chiarisce:
utilizzando un approccio statistico per riepilogare una raccolta di artefatti, informazioni o comportamenti culturali, il risultato ottenuto non potrà applicarsi a ogni dato raccolto. Allo stesso modo, i modelli matematici che descrivono gli schemi e le relazioni nei dati culturali tentando di fare previsioni sui dati futuri saranno corretti solo alcune delle volte. Questi sommari e modelli descrivono solo alcuni degli schemi di un certo insieme di dati, omettendone molti altri. (…) molte teorie e storie culturali qualitative sono anch’esse sommari di informazioni. Non viene descritto ogni singolo artefatto di un dato genere, medium o periodo, ma ne vengono presentate solo alcune tendenze. Si potrebbe affermare, nello specifico, che certe tecniche, temi e convenzioni artistiche siano comuni a un particolare insieme di film, serie tv, narrazioni letterarie o a opere su altri media, generi e periodi. Sia gli scrittori che i lettori sanno che queste tecniche, temi e convenzioni sono presenti solo in alcuni di questi artefatti, ma non in tutti. (…) Il riconoscimento esplicito dei limiti di una qualunque lettura culturale rimane assolutamente rilevante oggi, in un momento in cui l’uso dei metodi computazionali e statistici per l’analisi dei dati culturali diviene sempre più popolare. (L. Manovich, “L’ estetica dell’intelligenza artificiale. Modelli digitali e analitica culturale”)
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