Economia politica dell’informazione

Afferma Wark:

Prima di concentrarci su ciò che ci stanno facendo le aziende che possiedono e controllano le informazioni, fermiamoci a guardare le peculiarità delle informazioni stesse. L’informazione è una cosa piuttosto strana. Contrariamente alla comprensione popolare, non c’è nulla di ideale o immateriale in questo. L’informazione esiste solo quando c’è un substrato materiale di materia ed energia per immagazzinarla, trasmetterla ed elaborarla. L’informazione fa parte di un mondo materiale. Ma è una parte strana. La parola informazione non è nuova, ma la scienza dell’informazione è nuovissima; è una creazione del dopoguerra. L’informazione è ora una forza organizzativa così pervasiva che è penetrata nella nostra visione del mondo. 19 Ciò che oggi chiamiamo “tecnologia” molto spesso significa tecnologie che strumentalizzano l’informazione. (…) È ancora vero che l’estrazione di materia organica e inorganica utile dalla terra è la base dell’esistenza sociale. Ed è ancora vero che l’applicazione di grandi quantità di energia sotto forma di combustibili fossili e manodopera a quella materia di base è ancora il modo in cui l’infinita gamma di merci intorno a noi viene all’esistenza. Ma entrambi questi processi sembrano oggi subordinati a una terza forma di relazione. Alle scale più piccole e più grandi, gran parte della produzione primaria e della produzione secondaria sembra essere controllata da flussi rapidi, archivi estesi e algoritmi complessi la cui esistenza concreta è in una forma terziaria: quella dell’informazione (McKenzie Wark,”Capital Is Dead: Is This Something Worse?”- traduzione in proprio)