Con le scelte politiche di Kruscev, fu modificato anche l’approccio culturale con il sapere “capitalista” e la scienza sovietica si universalizzò, uscendo dall’isolamento e partecipando al dibattito “oggettivo” internazionale. Cambiarono pertanto anche gli atteggiamenti verso informatica e cibernetica:
Tra i primi scienziati sovietici a trarre vantaggio dalle nuove regole c’erano gli specialisti di computer. Nell’ottobre del 1955, alla conferenza sui computer elettronici digitali e l’elaborazione delle informazioni, tenutasi presso la Technische Hochschule di Darmstadt, nella Germania occidentale, annunciarono pubblicamente per la prima volta che l’Unione Sovietica aveva costruito diversi computer digitali a programma memorizzato. Sergei Lebedev, capo progettista del computer BESM, e Iurii Bazilevskii, capo progettista dell’ufficio che aveva creato il computer URAL, arrivarono a Darmstadt la sera del 27 ottobre, subito dopo la fine della conferenza. Gli organizzatori si affrettarono a organizzare una sessione extra speciale, durante la quale Lebedev e Bazilevskii hanno tenuto discorsi e rivelato alcune specifiche tecniche dei loro computer. Un partecipante americano ha riferito che il BESM si confrontava “favolosamente in termini di velocità e capacità con qualsiasi macchina americana o europea diversa dal NORC (Naval Ordnance Research Calculator) dell’IBM”. Il BESM
era davvero una macchina potente; Lebedev ha omesso di menzionare, tuttavia, che esisteva solo una copia del BESM e non era pronta per la produzione in serie. (Slava Gerovitch – “From Newspeak to Cyberspeak: A History of Soviet Cybernetics” – traduzione in proprio)