Legittimazione della cibernetica in URSS

Ricostruisce Gerovitch:

La sessione dell’Accademia [delle scienze] del 1956 divenne un punto di svolta per la cibernetica sovietica. Liapunov, che ha avuto la parte più attiva nell’organizzazione della sessione, è stato coautore di due relazioni plenarie: una sugli aspetti matematici dell’informatica, una sulla traduzione automatica. Sostenendo che i computer potrebbero ora svolgere alcune funzioni intellettuali, ha sostenuto che qualsiasi processo intellettuale potrebbe in linea di principio essere meccanizzato non appena il suo algoritmo fosse stato trovato. Predisse che nel prossimo futuro i computer avrebbero controllato fabbriche completamente automatiche, ottimizzato le reti di trasporto e preso decisioni economiche. La condizione principale per l’automazione diffusa, disse Liapunov, era l’«algoritmizzazione» del controllo, cioè la riduzione di un processo di controllo a una sequenza di passaggi logici che potevano essere implementati su un computer. Liapunov sosteneva che il problema di descrizione, analisi e costruzione di algoritmi di controllo avesse un’importanza centrale e definiva la cibernetica come un campo di studio che si occupa precisamente di questo
problema cruciale dell’automazione. (…) Se durante la campagna anti-cibernetica i critici sovietici avevano rifiutato la cibernetica in blocco e sottoposto ogni pretesa cibernetica a critiche ideologiche indiscriminate, ora la situazione era completamente capovolta. Molti matematici e informatici sovietici abbracciarono la cibernetica con entusiasmo e considerarono qualsiasi scetticismo nei confronti delle affermazioni cibernetiche come una manifestazione di oscurantismo ideologico. (Slava Gerovitch – “From Newspeak to Cyberspeak: A History of Soviet Cybernetics” – traduzione in proprio)