Dura lex, sed lex

Pellai e Tamborini evidenziano che

Di fatto, a oggi, non ci sono norme che indicano quando dotare un figlio di un dispositivo connesso al mondo del web e come regolare l’uso della rete. (…) Sono in molti a dire che non è pericoloso lo strumento in sé, ma l’uso che se ne fa, (…) Il nostro sforzo viene però vanificato da chi lavora instancabilmente per uncinare i nostri figli nei peggiori territori possibili, la cui natura virtuale sfugge a qualsiasi regola del mondo reale. (…) Oggi si può intervenire col potere della legge, grazie alla Polizia Postale, quasi sempre dopo che un evento avverso e un reato sono già accaduti. Oltre a questo tipo di azione, abbiamo però bisogno di leggi che siano regolative e preventive. (..). Non si tratta di delegare la responsabilità ad altri, ma di evitare una guerra ad armi impari attraverso una stretta alleanza tra gli adulti che hanno la responsabilità di definire la cornice educativa entro la quale formare le nuove generazioni. (…) troviamo ingiusto che la responsabilità per ogni problema di un figlio nel web sia attribuita alla famiglia. Chi amministra siti e attività vietati ai minori deve farsi garante in prima persona che siano resi inaccessibili ai soggetti di minore età. È il sistema che se ne deve occupare. Se un minorenne acquista tabacco o alcol senza avere l’età per farlo, la responsabilità non è della famiglia ma del venditore. Lo stesso vale per la droga che il pusher fornisce a un ragazzo andando incontro a un’aggravante per il suo reato. Tutto ciò che è regolamentato nella vita reale per noi genitori rappresenta una garanzia di protezione e ci fa sentire membri di una comunità educante che condivide obiettivi e tutele verso i minori. Nel mondo online, invece, ciò non accade ancora. È un mondo che ha sempre fatto del “vietato vietare” una specie di regola non scritta, ma forse, come genitori, è arrivato il momento di sentirci autorevoli e consapevoli nell’affermare che alcune cose devono essere vietate. E che noi desideriamo che ciò succeda. (A. Pellai – B. Tamborini, “Vietato ai minori di 14 anni. Sai davvero quando è il momento giusto per dare lo smartphone ai tuoi figli?”)