Pellai e Tamborini sono lapidari:
I social sfruttano un bisogno universale che non ha età: essere visti. Sono stati ideati per consentire a tutti, anche ai piccolissimi, di fare cose incredibili con competenze minime. Per esempio, con l’intuito e pochi clic si possono realizzare video divertenti, pieni di effetti speciali, con colori che trasformano la realtà e filtri che fanno sembrare tutto magico. Con un po’ di pratica ed esercizio queste abilità possono aumentare rapidamente insieme alla capacità di produrre materiali da condividere. Con gli stessi dispositivi, ognuno può vedere quello che fanno gli altri, come in una sorta di Las Vegas della vita, dove tutto e tutti finiscono in vetrina e non c’è mai giorno e orario di chiusura. (…) In rete tutto è fatto per incantare. Guardare i video su TikTok, così come le storie su Instagram e WhatsApp, è un’esperienza che uncina sempre più la nostra attenzione. E chi si annoia più? Ogni pausa diventa un’occasione per sbirciare una notifica e per guardare cosa c’è di nuovo. (…) Così sacrifichiamo la nostra vita reale per dedicarci alla nostra vita virtuale e a quanto succede in quella degli altri. (…) Da un’analisi approfondita delle ricerche scientifiche che indagano il rapporto tra minori e tecnologie emerge che quello digitale non è l’ambiente adatto per la formazione dei bambini perché inibisce esperienze fondamentali per uno sviluppo psicofisico sano. L’uso intensivo dei social diminuisce il numero delle amicizie reali e riduce le aree del cervello deputate alla socialità. Stare in relazione con gli altri, chiacchierare, scambiare opinioni e fare delle cose insieme sono esperienze che non possono essere apprese online perché rispondono a un nostro bisogno innato e necessitano di un tempo di praticantato che si deve svolgere nella quotidianità. Per chi cresce, avere questo tempo è un diritto. Diminuendo il livello di autocontrollo, la rete invece abbassa la capacità di stare con gli altri e di funzionare bene. (A. Pellai – B. Tamborini, “Vietato ai minori di 14 anni. Sai davvero quando è il momento giusto per dare lo smartphone ai tuoi figli?”)