Li elencano Pellai e Tamborini
- effetto Zeigarnik, il cui nome deriva dalla studiosa che ha evidenziato il meccanismo secondo il quale ogni volta che possiamo dire “ho finito” rispetto a un determinato sforzo mentale, che non dobbiamo più pensarci perché abbiamo già chiare tutte le informazioni e i processi per reperirle, il nostro cervello abbassa la tensione e smette di memorizzare su quella questione e si dedica ad altro. In sintesi: un’intenzione si pianta nel cervello molto più di un pensiero concluso;
- il directed forgetting (rimozione intenzionale) che è il meccanismo per il quale il nostro cervello non si sforza di ricordare quando sappiamo che le informazioni sono comunque facilmente reperibili in seguito. Diciamo che la digitalizzazione rinforza ogni giorno questa sensazione di archiviazione che (…) depotenzia una funzione importantissima del nostro cervello. (A. Pellai – B. Tamborini, “Vietato ai minori di 14 anni. Sai davvero quando è il momento giusto per dare lo smartphone ai tuoi figli?”)