Come sottolinea molto lucidamente Matthew Hindman
“la nostra comprensione di internet è asimmetrica. Le forze che disperdono l’attenzione digitale sono ampiamente comprese, mentre quelle che la concentrano no.(…). La distribuzione del pubblico online, come la distribuzione delle persone nel mondo reale, è il risultato di una contrapposizione tra le forze di concentrazione e le forze di dispersione. Ma mentre le forze di dispersione sono ampiamente comprese e approfondite, le forze che concentrano il pubblico sono state sistematicamente ignorate. Finora la maggior parte degli studiosi ha dato per scontato che i media digitali produrranno una «diffusione centrifuga» nel pubblico. (…) I dati sul traffico, tuttavia, mostrano che il pubblico continua ostinatamente a non volersi decentralizzare. (…) alcune vecchie forze di concentrazione non si applicano ai media digitali. Sul web non scarseggia la varietà. Le aziende di media digitali non hanno bisogno di mantenere tipografie o una flotta di furgoni per le consegne. I cittadini motivati possono condividere filmati senza una concessione televisiva. Singoli giornalisti possono lanciare una propria testata digitale usando solo un laptop e un cappuccino da Starbucks.
Ma l’attenzione ininterrotta nei confronti dei nuovi siti su piccola scala ignora le presenze incombenti: le grandi piattaforme digitali in cui gli utenti trascorrono la maggior parte del tempo e che assorbono quasi tutti i profitti online. Nel celebrare la profusione dei blog di singoli cittadini, dobbiamo anche capire perché la stragrande maggioranza rimane abbandonata e mai letta. Le forze centripete meritano tanta attenzione quanto quelle centrifughe.