Tramonto dei processi di compensazione dell’ingiustizia da utilitarismo

Afferma Sadin:

L’individualismo liberale – associato, sin dalle sue origini, a un’economia fondata principalmente sulla ricerca del profitto e sull’accumulo del capitale – era stato capace di costruire delle difese chiamate a controbilanciare le difficoltà quotidiane e il senso di ingiustizia provato dalla maggior parte delle persone. Queste difese hanno assunto la forma della promessa dell’ascesa sociale, dell’accesso alla comodità, della conquista dell’autonomia e del successo eclatante destinato prima o poi a tutti. Ma il nostro periodo è la testimonianza lampante di come tutti questi processi di compensazione siano arrivati al capolinea. La diffusione di strumenti che incoraggiano l’espressione pubblica di sé e danno la sensazione di un’autosufficienza, non funziona più da diga – come era accaduto con quelle precedenti –, perché avviene nel momento di rottura del patto di fiducia tra governanti e governati e di constatazione, ormai generalizzata, del fallimento delle politiche neoliberiste.
Questa tensione tra il generale spirito di sfiducia e gli strumenti di potere detenuti dagli individui ha per effetto singolare quello di far cedere le fondamenta della costruzione politica ed economica prevalsa per due secoli. L’impressione congiunta di essere stati, generazione dopo generazione, traditi, di avere visto crollare tante speranze, avendo per le mani dispositivi che offrivano forme di sovranità personale, ha fatto emergere un terreno altamente implosivo, del tutto inedito, che caratterizza in primo luogo questo inizio di anni 2020. D’ora in poi gli individui dovranno contare soprattutto sulle loro forze, grazie anche al supporto tecnologico di cui sono muniti – vissuto come una specie di seconda natura. La preponderanza della propria autorità si impone come una norma di condotta destinata a estendersi sempre di più.

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