Racconta Pedro Domingos:
David Cope, professore emerito di musica all’Università della California di Santa Cruz, è l’autore di un algoritmo capace di comporre brani originali nello stile di compositori famosi selezionando e ricomponendo brevi passaggi tratti dalle loro opere. Anni fa, a una conferenza, ebbi occasione di assistere a una sua esecuzione di tre pezzi di «Mozart»: uno del vero Mozart, uno scritto da un compositore umano a imitazione di Mozart, e un terzo composto dal suo sistema. Al termine della performance, Cope chiese al pubblico di indicare il vero Amadeus. Vinse Wolfgang, ma il computer batté l’imitatore umano. Trattandosi di una conferenza sull’AI, il pubblico ne fu entusiasta. In altre occasioni le reazioni furono meno calorose. Un ascoltatore infuriato accusò Cope di rovinare la musica. Se Cope ha ragione, la creatività – l’ultimo mistero ancora insondabile – non è altro che analogia e ricombinazione.