Una rotonda per il capitale (a trazione logistica)

Chiariscono Benvegnù e Cuppini:

La rotonda è (…) un modello tipico di matrice logistica, presuppone l’intermodalità
e l’appianamento di tutte le vie che ivi si congiungono, e non a caso è stata inserita con forza negli standard dettati dall’Unione Europea per ristrutturare il territorio dei paesi membri, confermandone la natura di progetto politico-logistico. (…) La rotatoria sostituisce alla grammatica puntuale del semaforo il segno sferico negli incroci (…) La sua diffusione massiccia comincia a prendere piede negli anni sessanta, nella ingegnerizzazione britannica delle isole spartitraffico circolari. Nel 1966 il Regno Unito generalizza la norma della
precedenza ai veicoli che stanno già impegnando la rotatoria, mentre nel 1983 si adegua anche la Francia. Da allora la rotatoria si diffonde rapidamente in tutta l’Europa occidentale. Nel confronto fra un incrocio con semaforo e la rotatoria con precedenza ai veicoli che la percorrono, la seconda oltre che costare di più e occupare più spazio va inquadrata anche nell’essere essenzialmente pensata per le macchine private, in quanto non è in esse possibile garantire corsie riservate ai mezzi pubblici e sono difficili da attraversare e penalizzanti per ciclisti e pedoni. (C. Benvegnù, N. Cuppini, “Tout le pouvoir aux ronds point! Una ‘lente logistica’ sui gilets jaunes“)