Marxisti e tecnologia

Ecco la classificazione di Wark:

[Possiamo] mappare quattro tipi di teorici marxisti della tecnologia: quelli che la vedono negativamente, come capitalista nella forma; coloro che la vedono positivamente, come lavoro nel contenuto. Ci sono quelli che la vedono filosoficamente, a favore o contro di essa; coloro che lo vedono in modo più scientifico, a favore o contro di essa. Anche se questo non spiega tutta la vasta letteratura sulla tecnologia dopo Marx, fornisce un orientamento di base all’interno di questa combinatoria di possibilità. [La tecnologia infatti non è una cosa separata]. È intima all’umano, in modo biforcuto: il capitale nella forma è capitale; nel contenuto, è lavoro. Il lavoro fa la macchina, ma non nel design di sua scelta. C’è una connessione parallela, dall’altra parte, con il non umano, con la natura. La tecnologia è fatta, e si rifà, della natura stessa. Il contenuto della tecnologia è materialità sensuale, ferro e carbone e così via, mescolati con il lavoro; la sua forma è ancora una volta la forma del capitale (McKenzie Wark,”Capital Is Dead: Is This Something Worse?”- traduzione in proprio)