Descrivere le tecnologie digitali come prodotti sociali e svelarne le ambiguità in modo emancipato e con scopo emancipante è dovere politico-culturale di una critica radicale della "platform society", capace di decostruire mediante cortocircuti concettuali l'inganno tecno-liberista della "società della conoscenza sorvegliata".
Interventi preventivi messi in atto dalle forze dell’ordine sulla base di calcoli e decisioni effettuati da algoritmi. Sulla società della sorveglianza puoi consultare questo saggio in rete (M. Surace – ADIR, L’altro diritto)