Cominci a leggere articoli come questo con una qualche speranza. Si parla di scuola classista. E sei d’accordo.
Si parla di contraddizioni strutturali. E sei d’accordo.
Poi – al solito, secondo una vulgata diffusissima – salta fuori l’idea della corruzione da parte dall’autonomia aziendalistica (concetto sui cui in sé sono sempre d’accordo). Il che significherebbe assegnare alla secondaria canalizzata in licei, tecnici e professionali – con separazione dei destini a 14 anni circa – sarebbe stata la scuola della Costituzione. E qui – siccome l’hai frequentata nella zona “bene” e ci ha insegnato nella zona “dannata” – ricomincia il consueto prurito.
Poi leggi le narrazioni dei comportamenti vessatori di alcuni colleghi e – siccome hai speso la tua carriera professionale (1975-2015) ad essere accusato di difendere sempre e comunque gli studenti e le studentesse – cogli una prima contraddizione. Come è possibile pensare che il problema siano le riforme degli ultimi 5 lustri, se i cattivi “colleghi” sono una costante?
Poi leggi piattaforme, indifferenziato. E ti cascano definitivamente le braccia.