La pandemia ha esaltato l’elasticità logistica del capitalismo di sorveglianza che si è proposto come soccorritore indispensabile, accaparrandosi la sovranità sull’esistenza sanitaria quotidiana, che diventa laboratorio sperimentale delle aziende, computazione della vita stessa. Tanto più che le istituzioni pubbliche hanno compreso la scarsa efficienza delle modalità tradizionali, statistiche periodiche e mediche, a favore della misurazione in tempo reale, possibile solo con la potenza di calcolo privata dei giganti digitali.
E così:
“I messia della Silicon valley, ormai sovra ni, trasformano la funzione portante del lo stato in uno dei loro servizi, sviluppan do strumenti essenziali alla sanità pub blica e registrando un’enorme crescita delle competenze dopo essersi procla mati istituti di ricerca.” (Anna-Verena Nosthoff, Felix Maschewski – La grande occasione, Internazionale 1364 | 26 giugno 2020, pp. 40-50)
Barassi sintetizza in questo modo:
La nascita del capitalismo della sorveglianza ha messo in piedi un sistema di infrastrutture politico-economiche che ha reso possibile lo scambio e la profilazione dei dati personali dei cittadini tra governi, poteri militari, agenzie segrete, operatori finanziari, agenzie pubblicitarie, tech company e molti altri attori (..,).