Come esposto da Aloisi e De Stefano:
L’OIL identifica quattro macro-forme di lavoro non-standard.
(…) il lavoro temporaneo, a cui si possono ricondurre tutti i lavori a tempo determinato, quelli conclusi per un periodo prestabilito o i contratti per la realizzazione di un particolare progetto, o ancora il lavoro stagionale (…). Questi lavori possono essere di durata sia lunga sia breve; in quest’ultimo caso prendono la forma del cosiddetto casual work, il lavoro occasionale o “a giornata”(…)
L’agenzia delle Nazioni Unite include in questa lista anche il part-time (…).
L’OIL considera lavoro a tempo parziale anche il cosiddetto marginal part-time: in questo caso non si sa in anticipo se e quando si lavorerà, perché il datore di lavoro si riserva di chiamare (e pagare) il lavoratore solo se e quando è sicuro di utilizzarlo (…).
(…) il lavoro “multiparte”: (…) in cui l’attività del lavoratore è diretta o utilizzata in tutto o parzialmente da un soggetto diverso dal datore di lavoro, rompendo la classica “bilateralità” del contratto. Ne fa parte innanzitutto il lavoro somministrato, secondo il modello in cui un’agenzia assume il lavoratore e lo invia “in missione” presso un’impresa utilizzatrice, che paga il costo del lavoro e una commissione all’agenzia. Ma la categoria comprende anche il lavoro in subappalto, in catene di franchising o subfornitura: (…).
(…) la zona grigia tra lavoro subordinato e autonomo. (…) La forma nominalmente “autonoma” viene imposta dai committenti per risparmiare sul costo del lavoro – molto più basso in termini di tutele e costi rispetto alla subordinazione – a fronte di vincoli di orario o gerarchici del tutto incompatibili con l’indipendenza del vero lavoro autonomo. Si parla allora di «lavoro autonomo fittizio» (o camuffato).
(…) e il “lavoro autonomo dipendente”. Sebbene non manchino elementi tipici della subordinazione, quali un deciso potere di direzione da parte del datore di lavoro o un salario e un orario fisso, il freelance dipende da uno o pochissimi clienti e non ha un vero e proprio sbocco autonomo sul mercato. Accade così che dipenda dai committenti molto più di quanto non facciano i lavoratori autonomi tradizionali.