Quantità di potenza di calcolo computazionale di un chip. Non è un concetto solo tecnico-economico, perché ha ampie implicazioni
Osserva infatti Gerd Leonhard, “futurist”:
[La] Legge di Moore [è] un concetto formulato negli anni Settanta secondo il quale, in parole povere, la velocità di elaborazione (…) che possiamo acquistare per 1000 dollari raddoppia grosso modo ogni 18-24 mesi. Questa evoluzione dal ritmo esponenziale è ormai evidente nei più svariati campi (deep learning, genetica, scienze dei materiali e industria manifatturiera). Anche il tempo necessario per ciascuna fase di questa performance esponenziale si è ridotto in molti domini, e questo porta con sé il potenziale per un cambiamento fondamentale in qualsiasi attività avvenga sul pianeta. In termini pratici, abbiamo superato la fase della curva in cui era difficile valutare l’effettiva occorrenza di un dato fenomeno, ovvero non ci muoviamo più a piccoli passi (come a dire: da 0,01 a 0,02 o da 0,04 a 0,08). Al tempo stesso, per fortuna, non siamo ancora al punto in cui tali raddoppi sono così consistenti da travolgere la nostra capacità di comprensione e inibire la nostra capacità di agire. Per mettere le cose in prospettiva, direi che nella maggior parte dei campi siamo a un livello di performance relativa pari circa a 4, e il prossimo passo esponenziale ci porterà a 8, invece che a un più lineare 5. Ci troviamo dunque nel preciso istante in cui gli aumenti esponenziali cominciano a diventare importanti, e la tecnologia sta già comportando di fatto cambiamenti esponenziali in ogni ambito della società: in quello dell’energia e dei trasporti, in quello delle comunicazioni e dei media e persino in tutto ciò che riguarda la medicina, la salute e l’alimentazione. (G. Leonhard – “Tecnologia vs umanità. Lo scontro prossimo venturo” – Egea)