Come ci ricorda Stephanie Jones, il rapporto “A Nation At Risk” dell’amministrazione di Ronald Reagan ha posto le fondamenta per il discorso tuttora dominante sullo scopo dell’istruzione: creare una forza lavoro competitiva che possa espandere l’economia del Paese e – nel caso degli USA – il dominio politico ed economico globale.
Le scuole (pubbliche) devono dimostrare di essere efficaci nel produrre adolescenti e giovani adulti che entrino con successo nell’economia capitalista e facciano la loro parte per sostenere un obiettivo – impossibile e disastroso – di crescita economica infinita.
I bambini e i giovani non sono più percepiti come giovani esseri umani che necessitano di un’esperienza educativa olistica per svilupparsi socialmente, emotivamente, fisicamente e accademicamente, ma piuttosto come “futuri lavoratori”, stock di capitale umano, l'”inventario” che alimenterà il lavoro necessario al capitale.
In questo contesto, emergono i test, elemento chiave per valutare l’efficacia dell’istruzione e la presunta competitività della futura forza lavoro.