Dangerous twinning

Chiriatti invita a riflettere e approfondire prima che sia tardi

Già oggi possiamo interagire con gli oggetti grazie agli stimoli visivi o alla voce (basti pensare ai comandi che diamo ad Alexa o a Siri). Lo possiamo fare anche a distanza, per mezzo del trasporto in tempo reale delle informazioni, estendendo quindi le nostre capacità fisiche. Tra non molto potremmo essere in grado di inviare impulsi direttamente all’interno del cervello, con immenso beneficio per coloro che hanno perso l’uso degli arti o della vista, a causa di incidenti o malattie. Poter comandare un oggetto solo con il pensiero avrebbe importantissime implicazioni, perché significherebbe superare i limiti della nostra fisicità, escludere l’evoluzione biologica e avere infine un potere supernaturale. Il sistema di Neuralink mira a trascendere i nostri sensi per far arrivare il pensiero agli oggetti tramite organi artificiali. Le sperimentazioni proseguono a ritmo serrato, per ora su animali.

Pager dotata del chip Neuralink mentre gioca a un videogioco solo con il pensiero

Le persone potranno senz’altro giovarsene e occorre ricordarcelo quando l’IA sarà criticata. L’IA solleva problemi tecnici ed etici, ma ciò non significa che non dobbiamo impiegarla. Con i sistemi come Neuralink stiamo creando un gemello digitale (digital twin) del neurone all’interno di Iasima [la dicitura che Chiriatti impiega per definire l’intelligenza artificiale]. Può essere una forma di ectogenesi, in altre parole la crescita di un neurone all’esterno della struttura, il corpo, dove si svilupperebbe naturalmente. In questo modo, i bit connettono i neuroni artificiali creando una rappresentazione speculare di come i neuroni biologici interagiscono tra loro e con l’ambiente.La copia del neurone è solo un primo passo verso la replicazione dell’informazione scambiata attraverso le sinapsi; quello definitivo avverrà quando sapremo riscrivere questi scambi, e potremo dunque spostare le nostre funzionalità all’esterno (dentro Iasima) per ripararle, potenziarle, manipolarle. Ma una Iasima sempre più informata, veloce e precisa, che metaforicamente scala verso l’alto delle nostre funzioni e decide per noi, è un attacco diretto alla nostra rete neuronale. Il servizio offerto da Neuralink, che connette i nostri pensieri a un neurone artificiale, è però un attacco fisico alla nostra rete neuronale. Ritorna in mente la frase “niente era tuo tranne i pochi centimetri cubi all’interno del tuo cranio” tratta da 1984 di George Orwell,146 pubblicato nel 1949, perché ora il cervello non è più un posto sicuro per custodire i segreti e i pensieri. E i limiti e regolamenti in proposito sono in ritardo. Da “tutti leggono tutto quello che scriviamo” a “qualcuno legge tutto quello che pensiamo”: dopo la privacy si passa alla cancellazione della neuroprivacy. (M. Chiriatti, “Incoscienza artificiale. Come fanno le macchine a prevedere per noi”)