Uso di espressioni, metaforie ed analogie che attribuiscono ai dispositivi digitali capacità (sovra)umane, anche grazie alla doppia opacità del funzionamento di cervello e computer.
Il mito mistificante delle “macchine pensanti”, per altro, funziona non solo sul piano del marketing tecnocratico, ma anche perché fornisce una interpretazione con presupposti implicitamente condivisi che possono generare una rassicurante illusione di comprensione.