Chiariscono Milani e Garcia:
L’alienazione dell’uomo in relazione alla macchina non ha solo un senso socio-economico; ha anche un senso psico-fisiologico; la macchina non prolunga più lo schema corporale, né per gli operai, né per coloro che possiedono le macchine. (…) L’automazione è in realtà il livello più basso possibile di interazione uomo-macchina. Attingendo alla prospettiva di Simondon sull’alienazione tecnica, (…) [è possibile prendere] le distanze sia dalla tecnofobia sia dalla tecnofilia, promuovendo una cultura tecnica capace di sviluppare “macchine aperte”, caratterizzate da un certo livello di variabilità nel loro funzionamento reciproco con gli umani. (C. Milani – V. García, “L’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale: dall’automazione del lavoro al condizionamento reciproco”)