Banalità dei “geni digitali”

Sadin è lucidamente divergente anche a proposito dell’innovazione disruptive:

‘L’innovazione moderna cercava di andare oltre la cornice di riferimento, fissando come obiettivo ultimo la capacità di produrre qualcosa di assolutamente originale. (…) Una “innovazione disruptive”, invece, non vuole oltrepassare nessuna cornice, si sottomette anzi a un quadro tecnologico e lo sfrutta in modo quasi meccanico. Ha molto del conformismo travestito da novità. A ogni annuncio di una nuova applicazione o di un nuovo sistema, si può ormai constatare senza tema di smentita che le cose si iscrivono per cosí dire nel loro “quadro naturale”, sono in qualche modo “già scritte”. Una start up si vanta di aver messo a punto un materasso connesso a internet, un’altra un bikini, una terza un orsetto di pezza, sempre connesso a internet, domani sarà una capigliatura o un assorbente, ovviamente connessi a internet… In barba a quanto l’espressione lascerebbe supporre, l’innovazione disruptive esprime l’estrema banalità dell’economia delle piattaforme digitali.

Il livello attuale raggiunto dalla tecnologia impone la propria legge ai presunti innovatori, in realtà squallidi esecutori sottomessi al suo potere, che cercano di lucrare senza alcuna immaginazione creativa. (…) i fondatori di start up si abbandonano in modo pavolviano all’ennesima “idea” derivata dal solito registro, che si sforzano poi di realizzare. È l’ultimo stadio dell’innovazione digitale, prima di vederla probabilmente ceduta a robot “ideatori” di nuove applicazioni secondo la loro conoscenza dell’infrastruttura tecnologica disponibile. Chi attualmente innova a getto continuo sono gli ideatori di sistemi di elaborazione dati e di intelligenza artificiale. Non sono le stesse persone. I primi sviluppano protocolli in una sorta di bolla di irresponsabilità. I secondi si limitano ad applicarli ad alcuni ambiti dell’esistenza. Un improvviso “rattrappimento” dell’“immaginario industriale”, in atto proprio nel momento di cui viene celebrato il “genio dell’innovazione digitale”.’

Nel video, uno dei tanti esempi di “idea” frutto di una predeterminazione tecnica strutturale – la possibilità di produrre dati elaborabili e di mettere in connessione dispositivi – e presentata invece nell’immaginario come evento straordinario.

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