Sadin utilizza questa espressione a proposito dell’ideologia californiana, che il filosofo francese vede come somma del diritto assoluto dell’individuo di sottrarsi a qualsiasi autorità – affermatosi di fatto con l’individualismo utilitarista della società della prestazione – alla
‘gestione automatizzata del mondo attraverso sistemi algoritmici che spalancano orizzonti di profitto virtualmente infiniti”. (…) L’ontologia tecnolibertarista consiste nel dequalificare l’agire umano a vantaggio di un “essere computazionale” giudicato superiore. Il suo ethos economico spezza ogni principio di integrità e vuole aggrapparsi alle nostre vite, fare corpo con esse fino a capitalizzare ogni nostro pur minimo fiato.’
Oltre al massimo sfruttamento delle potenzialità dei sistemi computazionali, il tecnolibertarismo pratica la produzione di discorsi, usando il linguaggio come produttore di senso egemonico.