Il Superiore Ministero ha raggiunto questa volta il sublime.
Da una parte affermazioni dogmatiche sulla vera natura e sull’ontologia canonica della “didattica a distanza”, quasi a celebrare la propria vocazione: il pensiero pedagogico unico.
Dall’altra, l’usuale sciatteria misterico-espositiva, che anticipo al lettore: “Va, peraltro, esercitata una necessaria attività di programmazione, al fine di evitare sovrapposizioni tra l’erogazione a distanza, nella forma delle “classi virtuali”, tra le diverse discipline ed evitare sovrapposizioni”.