Nella platform society del tecnolibertarismo gli individui vengono trasformati con modalità accuratamente occultate in applicazioni di sistemi e di controllo e di impresa sempre nuovi, volutamente mantenuti in stato di transizione permanente mediante riconfigurazioni arbitrarie, ritualmente etichettate come “rivoluzionarie”, “epocali”.
“L’innovazione nel mondo capitalistico assume [infatti] l’aspetto di un’incessante simulazione del nuovo, mentre le relazioni di potere e di controllo esistenti permangono identiche a se stesse (…)L’importanza delle funzionalità operative e delle prestazioni supera di gran lunga l’interesse di ciò che un tempo sarebbe stato presentato come «contenuto». Il dispositivo non è piú il mezzo per conseguire un certo insieme di risultati, ma è diventato fine a se stesso. La sua finalità principale è quella di condurre il proprio utente a svolgere in modo sempre piú efficiente i propri compiti e la propria funzione nella quotidianità”. (Crary)