I custodi dei dati – così definiti da Lilly Irani – sono, per esempio,:

subappaltatori (…) fuori dai libri contabili, fuori dalla vista e al sicuro lontano sia dal campus centrale sia dalla scintillante promessa di creazione di posti di lavoro dell’imprenditoria tecnologica. (…)

[i media e gli autori tecnofili invisibilizzano] l’enorme quantità di lavoro dietro le quinte e specifico del dominio che rende possibile l’intelligenza artificiale in primo luogo. L’auto a guida autonoma di Google non va semplicemente dove vogliono i suoi passeggeri. Perché questa macchina guidi “da sola,” un lavoratore umano deve guidare, scansionare e mappare il mondo dell’auto, compreso tutto, dall’altezza del marciapiede agli angoli di intersezione. Gli algoritmi di apprendimento automatico che automatizzano parzialmente l’elaborazione dei dati devono ancora essere addestrati per ogni nuovo modulo o ogni nuovo tipo di argomento che l’algoritmo potrebbe trattare. Altri robot profilati in The Second Machine Age impareranno i movimenti degli operai di officina e poi li sostituiranno, fino a quando non sarà necessaria la successiva messa a punto o calibrazione .

(…) [Questo] allineamento non è un bug: è la condizione di possibilità per mantenere gli esseri umani e l’automazione che lavorano nello stesso mondo. The Second Machine Age si basa molto sui conti dei dirigenti aziendali che promettono fantastici nuovi orizzonti di profitto tecnologico, ma è innegabile che per coloro che perseguono clienti e capitale di rischio per l’automazione, ci siano buoni soldi per nascondere questi mal di testa.