Sadin sostiene che
(…) quella della “rete sociale” e degli “amici”(…) è soltanto una favola (…) [perché lo schema operativo], più che instaurare legami, comporta un isolamento degli individui travestito, però, da socialità intensificata. È un meccanismo talmente contorto e perverso che studiarne da vicino gli ingranaggi è diventato un dovere. (…) perché è evidente l’imprigionamento di ciascuno nella propia soggettività.