Sferizzazione della vita

Così Sadin definisce la

condanna a evolvere all’interno di una bolla appesa, tramite una corda privilegiata, a sistemi pensati appositamente per noi. Questa situazione presenta tre grandi conseguenze. La prima è il fatto di sentirci continuamente vincolati alle nostre abitudini e invitati a adottare condotte ricalcate sull’unica e presunta identità che ci viene attribuita, secondo un fenomeno che va ben al di là della “bolla dei filtri” (…) e che, nel corso delle nostre navigazioni su Internet e sui social network, ci vede bombardati di informazioni che rafforzano in primis le nostre opinioni. Un principio che, più in generale, porta a introdurre un ventaglio di azioni relative a diversi ambiti dell’esistenza considerate perfette per noi. (…)
La seconda è che qualsiasi apporto altrui, in diverse circostanze, viene escluso per via delle nostre lacune, dei nostri dubbi, delle nostre imperfezioni fondamentali, a vantaggio di un’unica verità considerata irrecusabile. In questo modo tutta una dimensione della socialità scompare, quella cioè costruita attraverso gli scambi, gli apporti reciproci, le scoperte inaspettate, ora soppiantata da una voce percepita come superiore e mossa unicamente da intenzioni benevole.
La terza conseguenza è che tale disposizione è inevitabilmente destinata a privarci della nostra inclinazione a intervenire sul corso delle cose, a risvegliare in noi la sensazione che la realtà della nostra vita personale si stia svolgendo nel miglior modo possibile, a provocare un regresso tendenziale della nostra volontà di agire e a instillare in noi la soddisfazione di camminare mano nella mano con un amico infallibile e sempre disponibile.

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