Comando generativo

Nick Srnicek chiarisce che le piattaforme del capitalismo digitale sono concepite per attrarre vari tipi di utenti, che le vedono come spazi interattivi vuoti, spesso senza cogliere che invece “esse sono l’incarnazione di una forma politica”. Chi le possiede decide regole di sviluppo di prodotti e servizi e interazioni di mercato. Il modello di Uber è mercato predittivo della domanda di autisti che alza i prezzi prima di un’effettiva domanda, “al tempo stesso creando taxi fantasma per donare l’illusione di una maggiore offerta”. In quanto intermediarie, le piattaforme hanno non solo accesso a sempre più dati, ma anche controllo e gestione delle regole. Questa architettura a regole fisse, però, è pure generativa perché consente a terzi di appoggiarsi alla struttura esistente con finalità proprie. Facebook, ad esempio, ha permesso di sviluppare app, di pubblicare pagine aziendali e di condividere informazioni tra utenti in modo da attirarne ancora di più. Allo stesso modo l’App Store, con la produzione di applicazioni che hanno attirato utenti e sviluppatori all’interno dell’ecosistema di Apple.