Forza lavoro collettiva e globale

Nuovo regime del lavoro, nuove e più efficaci forme di sfruttamento, valorizzazione di conoscenza e beni immateriali si traducono in

  • Mancanza di protezione sociale
  • Invisibilizzazione
  • Precarizzazione
  • Flessibilizzazione
  • Crisi dell’istituto del salario
  • Ipersorveglianza della reputazione
  • Monitoraggio di controllo globale
  • Interiorizzazione della disciplina e del comando
  • Ortopedia morale
  • Captazione di conoscenza prodotto mediante il tracciamento costante

Inoltre, secondo Chicchi, Marrone e Casilli:

Considerando il punto di vista del mondo/storia globale, l’insicurezza, la povertà e la mancanza di consapevolezza solitamente associate alla precarietà sono fattori costanti nel passato umano. (…) la protezione sociale e la coscienza politica che i lavoratori hanno raggiunto nell’era fordista sono state la vera eccezione nella storia del lavoro. La novità, quindi, è il modo in cui le tecnologie digitali vengono utilizzate per conciliare povertà, insicurezza e sfruttamento che toccano la stragrande maggioranza della forza lavoro globale. Digital la bor non designa solo i motociclisti che consegnano cibo e i conducenti di app di ride-haling che operano in città come Londra, Parigi o New York, ma anche quelli che vediamo cavalcare per le strade di Buenos Aires, Pechino o Nairobi (…). Comprende i lavoratori delle click farm che vediamo spuntare in Africa e in Asia, che spesso forniscono servizi a multinazionali con sede in Europa o Nord America. Attraverso l’innovazione, questo riaccende le dipendenze coloniali secolari (…). In un senso più ampio, il lavoro svolto sulle piattaforme digitali è la continuazione con altri mezzi della fatica dei lavoratori che estraggono i “minerali del sangue” come litio, cobalto e nichel necessari per costruire smartphone, batterie, microprocessori (…). si tratta di una “forza lavoro collettiva” essenziale per fornire i servizi e gli artefatti che compongono il capitalismo digitale. (…) la crisi sanitaria sembra aver definitivamente realizzato l’ideale dell’economia del “mondo a casa”, dove l’innovazione tecnologica consente di fornire ogni tipo di bene e servizio a portata di mano (…). Ciò significa che le piattaforme digitali non solo partecipano alla cosiddetta “rivoluzione logistica del capitale” (…), ma mirano a trasformare radicalmente il modo in cui lavoriamo, consumiamo e conduciamo la nostra vita quotidiana. Più che consentire semplicemente il business as usual, le piattaforme hanno colto l’opportunità offerta dalle crisi pandemiche per estendere la propria influenza (…). Ciò è esemplificato dalle promesse di una consegna completamente automatizzata, diffusa da Amazon dalla metà del 2010 e
ripresa all’indomani della pandemia. La società di Bezos ha registrato brevetti per
robot che consegnano bevande o cibo direttamente al nostro posto mentre
guardiamo la nostra squadra di calcio preferita, nonché per droni in grado di
trasportare merci 24 ore su 24, 7 giorni su 7 in qualsiasi luogo (…). Sebbene siano ancora lontane dall’essere realizzate, tali soluzioni alimentano già l’immaginario sociale dell’economia del “mondo a casa”, essenziale per sfruttare economicamente la crisi pandemica e trasformare l’ennesimo disastro in un’opportunità per il capitalismo globale.