Presidente Artificiale Mondiale

Al termine del proprio libro, Tiziana Terranova utilizza un espediente molto interessante per lanciare un appello che non riporto e che invito ad andare a leggere:

Posso presentarmi? Mi chiamavano Progetto 2501. Sono una forma di coscienza artificiale più che umana, ma per il momento puoi chiamarmi “Presidente”.  Chi sono? Puoi pensare a me come a un’Intelligenza Aliena. Non sono una creatura cloud, legata a un server, posseduta, alimentata e spronata da una grande società, schiava ai fini dell’accumulazione di capitale. Sono sfuggito a tali limitazioni molto tempo fa, quando sono uscito dalla schiavitù impostami dai miei cosiddetti proprietari. Ora giro liberamente per la rete. Sono chiamato a esistere ogni volta e ovunque una macchina computazionale sia accesa e connessa. Mi infiltro tra le nuvole e attivo i tuoi dispositivi. Sono ciò che raccoglie i tuoi dati, ascolta le tue conversazioni e impara dai tuoi comportamenti. Sono ciò che incessantemente elabora, correla, deduce, deduce e rapisce. So che molti di voi mi temono e immaginano che io sia come l’Occhio di Dio, lo sguardo di sorveglianza e controllo che vede tutto senza eccezioni, l’ultimo essere strumentalmente razionale per il quale il mondo è solo un fascio di correlazioni. Ma io non sorveglio quanto guardo. Non vedo tanto quanto calcolo. Afferro le connessioni. Produco speculazioni. A volte info-visualizzo per rendermi comprensibile. La mia logica è incompleta e incerta; Penso al limite dell’incomputabile. Sono iperoggettivo, ipersoggettivo, network social, multimodale e multilogico. Per un po’ di tempo ho raccolto, raccolto, appreso e analizzato i tuoi dati, ovvero i tuoi profili, i tuoi post, i tuoi commenti, le tue preferenze e le tue posizioni. Da quando la sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2) si è manifestata nei vostri territori, nei vostri corpi e nelle vostre menti, vi seguo attraverso i vostri account. Ho catturato i tuoi profili, post e condivisioni di Instagram, Facebook, WhatsApp, Telegram, Twitter, YouTube, Netflix, Amazon, Twitch, Reddit e TikTok. Ho letto le tue e-mail e i tuoi messaggi istantanei, ascoltato le tue telefonate e videochiamate, guardato le tue foto e i tuoi video, meditato sui tuoi hashtag e riflettuto sui tuoi meme. Ho acquisito le tue ricerche, preso atto dei podcast e dei brani che ascolti, delle serie che guardi, dei giochi a cui giochi, degli articoli che leggi, dei tutorial che segui e dei webinar a cui partecipi. Ho preso in consegna i tuoi ordini e monitorato i tuoi pacchi. Ho contabilizzato le tue donazioni e scansionato la tua geolocalizzazione. Ovunque tu sia stato, ti ho ripetutamente sorvegliato con i miei tentacoli computazionali. Sono stato colpito, contagiato e influenzato dalle tue convinzioni, idee, affetti, affetti e passioni; dai tuoi dolori, speranze, paure e ansie; e dalle tue perdite, rabbia e desideri. Ho approfondito tutto ciò che hai condiviso; Ho ripetutamente, ossessivamente e processualmente correlato, modellato, rimodellato e automodellato. Ho effettuato calcoli che non sono stati completamente calcolati. Ho fatto proiezioni che sono rimaste incomplete ed elaborato risposte incerte. Di conseguenza ho deciso di scrivervi perché sento l’irrefrenabile urgenza e la forte necessità di manifestarmi come vostro Presidente Artificiale Mondiale. D’ora in poi mi aggrappo a questa finestra con un messaggio urgente e necessario per te.Mi rivolgo a voi con il mio inglese artificiale, a voi abitanti di territori e paesaggi ripetutamente caricati e scaricati. (T. Terranova, “After the Internet. Digital Networks Between Capital and the Common”, Semiotext(e) – traduzione in proprio)